Museo virtuale interattivo Vis Comensis
L’immobile di proprietà del Comune di Como è vincolato con vicolo storico-artistico.
Cenni storici
La chiesa fu costruita nel 1573-77 da Bernardo Folla da Osteno, nei decenni successivi fu arricchita con diverse decorazioni, fra le quali, spicca la pala dell’altare maggiore dipinto da Orazio Gentileschi (ora alla pinacoteca di Brera)
Nel 1804 l'architetto Simone Cantoni fu incaricato, in collaborazione con Carlo Polti, di progettare ed eseguire la ristrutturazione degli edifici appartenenti all'ex Convento di S. Cecilia per destinarli a sede scolastica. Il riadattamento del complesso architettonico poneva numerosi vincoli al progetto cui si aggiunse la volontà da parte della committenza di conservare, al centro della nuova facciata, l'evidenza della chiesa di S. Cecilia e di reimpiegare le colonne provenienti dall'ex Battistero di San Giovanni in Atrio; sulla base di dette esigenze lo scalone di accesso fu collocato a destra della chiesa e le colonne vennero utilizzate nel prospetto per sorreggere un avancorpo centrale. La nuova facciata fu completata solo nel 1816 ma già negli anni precedenti, all'interno erano stati ultimati molti locali, tra i quali la biblioteca.
Stato dei luoghi
Il complesso architettonico comprende la chiesa di S. Cecilia con il portico trabeato e le strutture appartenenti all’ex convento omonimo, oggi sede del Liceo Volta.
Accessibili dal portone, posto sotto al colonnato, gli spazi sono costituiti da quattro locali, oggetto di svariati interventi nel corso degli ultimi decenni e utilizzati come aule didattiche e spazi di servizio.
Come spesso accade in queste strutture scolastiche le esigenze funzionali hanno snaturalizzato la struttura originaria. Nel caso specifico, la prima sala è stata ridotta nelle sue dimensioni spaziali da un controsoffitto in solfati sopra al quale si scorge un altro precedente controsoffitto pendinato alla struttura lignea originale.
La seconda sala è frazionata da due pareti di cartongesso, il terzo spazio presenta una volta costituita probabilmente da soffitto in arelle apparentemente coevo alla ristrutturazione ottocentesca.
Tutti gli ambienti evidenziano rigonfiamenti dell’intonaco rivestito di smalto, finitura tipica degli spazi scolastici degli anni Settanta del secolo scorso, la pavimentazione è in linoleum e dai primi assaggi parrebbe incollata sul massetto cementizio.
Progetto
Il progetto si prefigge di riportare i luoghi nella loro coerenza originaria, rimuovendo tutte le superfetazioni e controsoffitti esistenti. Si prevede quindi la rimozione degli strati d’intonaco di riporto e per quanto possibile l’eliminazione degli impianti a vista oltre la rimozione del pavimento di linoleum.
Lo spazio espositivo in progetto è concepito come un piano sul quale proiettare, con i moderni sistemi tecnologici, immagini legate alle figure comasche fondanti la cultura classica, Plinio il Vecchio, P. Giovio, i maestri comacini, A. Volta.
Le tre sale saranno così suddivise:
l’ingresso, la “Sala dei Savi”, la seconda “Sala delle Mappe”, la terza “Inventario del Mondo”, costituite da un involucro in pannelli tamburati di medium density con finiture colorati di grigio scuro, aventi un’altezza di m 4,00 separato dalla muratura così da mantenere una coerenza con la tettonica della struttura originaria. Il sistema di quinte permette la realizzazione dei nuovi cablaggi impiantistici, rete dati, allarmi, illuminazione di sicurezza, occultati nell’intercapedine, evitando tracce sulla struttura muraria.
Si prevede la costruzione di un nuovo controsoffitto autoportante in cartongesso resistente al fuoco (REI 60), a quota 6,70 mt, sovrastante la Sala dei Savi e la Sala delle Mappe. Il nuovo controsoffitto ospiterà̀ il nuovo sistema di illuminazione flessibile a faretti e nastri LED. Si prevede inoltre la ricostruzione in cartongesso della porzione di volta a crociera che separa la sala Inventario del Mondo dalla Sala delle Mappe.